Restauro del mobile antico o di pregio, degli apparati decorativi a supporto ligneo
Spesso ad un oggetto antico è legato un valore che va al di la del suo aspetto materico. Mi capita sovente quando mi viene consegnato un oggetto da restaurare che il committente mi racconti dei ricordi e delle emozioni che lo legano a quell’oggetto. Quando restauro un oggetto antico tengo conto del legame che esiste fra l’oggetto e le persone che lo vivono.
In questa premessa non si fà cenno in alcun modo alla qualità dei materiali utilizzati, ne alla maestria delle tecniche esecutive che determinano insieme all’epoca di realizzazione il valore di un oggetto. Ritengo però che il rispetto verso i segni che il tempo lascia su un oggetto (la sua storia) sia la condizione per differenziare il lavoro del restauratore da quello di un altro artigiano specializzato.
E’ questo l’approccio che mantengo nel restauro avendo ben chiaro che spesso un mobile deve essere utilizzato e quindi bisogna ristabilire anche la sua funzionalità.
Nella pratica di mestiere cerco di prestare attenzione a quelle che sono le origini dell’oggetto operando in modo da ristabilire l’originale splendore mediante tecniche conservative eseguite quasi esclusivamente a mano, con materiali d’epoca e prodotti naturali quali ad esempio le colle organiche, la cera d’api o la gommalacca. Nel caso in cui sia fondamentale sostituire o riportare parti rovinate o mancanti, si andrà ad intervenire con il massimo riguardo, impiegando materiali uguali o il più simili compatibili con quelli originali in maniera da integrare con cura le parti riportate con quelle già esistenti. Nella scelta dei materiali e delle tecniche di intervento non ho nessun pregiudizio verso “la modernità (tuttaltro), gli unici vincoli che fisso sono la minore invasività possibile dell’intervento e la reversibilità (nel campo del possibile) dei materiali utilizzati.
Faccio qualche esempio per spiegare questi due termini specialistici:
Invasività : Per la disinfestazione degli oggetti untilizzo due tecniche: una per impregnazione (si bagna il legno o altro materiale con del liquido che uccide i tarli del legno e successivamente si chiude in una busta chiusa il legno impregnato), oppure per fumigazione (si crea un ambiente chiuso con della plastica sigillata e si inserisce in questo ambiente un gas che uccide i tarli). Se mi trovo nel caso di un oggetto che ha conservato la patina originale non utilizzo il liquido che la potrebbe alterare ma il sistema per fumigazione.
Reversibilità: Nella scelta dello stucco da utilizzare su un mobile antico tengo conto che utilizzando uno stucco sintetico, questo fra cinque anni sarà più compatto e duro del legno antico e probabilmente volendolo rimuovere verrà via anche del legno originale. E’ per questo motivo che utilizzo collanti animali nella preparazione dello stucco perchè se necessario fra qualche anno questi possono essere depotenziati e rimossi con dell’acqua calda.
Riassunto delle fasi di lavorazione:
– Conoscenza dell’oggetto e successiva pianificazione del restauro
– Rimozione dello sporco dovuto all’utilizzo con opportoni strumenti e soluzioni che non danneggino la patina dell’oggetto
– Se necessario rimozione delle vernici e degli interventi precedenti che danneggiano l’oggetto nel suo aspetto estetico o strutturale
– Eventuale disinfestazione dell’oggetto (il tipo di disinfestazione è scelto in funzione delle sue condizioni di conservazione)
– Eventuale consolidamento ligneo per ripristinare la tenuta strutturale
– Eventuali interventi di falegnameria e di ricostruzione di parti mancanti
– Se il mobile è impiallacciato si passa al ripristino manuale dell’impiallacciatura utilizzando esclusivamente colla naturale a caldo.
– Eventuali interventi di stuccatura, scegliendo la tecnica e i prodotti in funzione della compatibilità con l’oggetto
– Scelta del tipo di finitura in funzione dell’oggetto nel suo aspetto storico e funzionale
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